SCHEDE FILM

Otello

Titolo originale

Othello

Regia

Orson Welles

Nazionalità

Italia

Anno

1952

Interpreti

Suzanne Cloutier (Desdemona)

Fay Compton (Emilia)

Robert Coote (Rodrigo)

Joseph Cotten (senatore)

Hilton Edwards (Brabanzio)

Joan Fontaine (paggio)

Michael Lawrence (Cassio)

Michael McLiammoir (Jago)

Orson Welles (Otello)

Soggetto

Dall'omonima tragedia di William Shakespeare

Sceneggiatura

Orson Welles

Fotografia

R. G. Aldo

Anchise Brizzi-George Fanto

Alberto Fusi

Oberdan Troiani

Musica

Alberto Barberis

A. F. Lavagnino

Montaggio

Renzo Lucidi William Morton Jean Sacha John Shepridge

Durata (in minuti)

98

Produzione

Orson Welles per la Mercury Productions

Distribuzione

Scalera

La trama

Il moro Otello, generale della Serenissima, ama Desdemona, nobile giovane veneziana, che ricambia il suo affetto. Malgrado l'opposizione del padre di Desdemona, i due innamorati si sposano. Mentre la sposa viene condotta a Cipro, Otello affronta e batte la flotta ottomana: sbarcato nell'isola festeggia, ad un tempo, la vittoria delle sue armi e il coronamento del suo sogno d'amore. Il perfido Jago, che gode la fiducia del generale, accomuna nel suo odio Otello e Cassio, giovane ufficiale, nominato governatore. L'odio e l'ambizione insoddisfatta suggeriscono a Jago un piano diabolico. Con arte subdola riesce ad insinuare il sospetto nell'animo buono ed ingenuo d'Otello, facendogli credere che Cassio corteggia Desdemona e che essa gradisce le sue premure. Un fazzoletto, che Jago ha rubato a Desdemona e messo in mano a Cassio, sembrerà ad Otello, fremente di gelosia, una prova sicura del tradimento. Egli fa uccidere Cassio e soffoca la sua sposa innocente nel suo letto: avute le prove dell'innocenza di Desdemona, Otello, disperato, s'uccide. Jago sconterà con la vita i suoi tradimenti. La critica... Le riprese di "Otello" impegneranno Welles per circa due anni. L'avventura cinematografica europea inizia, per Welles regista, con un'opera ormai leggendaria non solo per le sue qualità intrinseche, ma anche per tutto ciò che sta attorno al film, per il suo fuori campo storico. "Otello" è un magnifico esempio di sopravvivenza artistica, di lotta per la vita dell'autore esposto a innumerevoli difficoltà, agli agguati del caso, al fallimento della casa di produzione (la romana Scalera Film)alla ricerca ossessiva di soldi per continuare nell'impresa, ai problemi legati alla scelta degli attori (quattro attrici, tra cui Lea Padovani, vengono provate per il ruolo di Desdemona), alla necessità di riunire gli interpreti impegnati in altre scritture, mentre i tempi di lavorazione si dilatano tra il 1949 e il 1951. Lo stesso Welles è costretto a privilegiare il non esserci piuttosto che l'esserci: durante la progettazione, la realizzazione e il montaggio di "Otello" interpreta quattro film ("Cagliostro", "Il principe delle volpi", "Il terzo uomo", "a rosa nera") per contribuire a finanziare l'impresa e per sopravvivere nei modi che impongono il genio e la sregolatezza dell'artista americano in Europa. Per l'ambientazione dell'"Otello" Welles privilegia un "en plein air", reale, storico-monumentale lasciando all'espressività dell'inquadratura e al contrappunto del montaggio la trasformazione del dato ambientale in processo di significazione artistica. È stato un sogno del teatro degli anni Trenta quello di rappresentare i classici in messinscene all'aria aperta, possibilmente in luoghi storici. Welles sembra assaporare il piacere dell'autenticità ambientando il primo atto dell'"Otello" schakespeariano nei luoghi reali dell'azione, a Venezia; veri canali e vera gondola per l'amore del Moro e di Desdemona spiati da Iago; la Ca' d'Oro sul Canal Grande utilizzata come dimora del vecchio senatore Brabanzio, padre di desdemona; il Palazzo Ducale adibito a set per la scena del Doge. L'avventurosa ricerca di ambienti reali si estende alle chiese di Torcello e di Tuscania, alle fortificazioni portoghesi in Marocco per rievocare Cipro, l'isola in cui si svolgono quattro atti della tragedia. L'"Otello" di Welles ha la vocazione alla grandezza, è dotato di una statura morale e passionale che si erge sopra una massa formicolante di spregevole pochezza e malvagità. La diversità fisica del Moro è il segno di un nobile distacco rispetto a un desolante mondo sociale mosso dall'interesse, dall'intrigo, dall'ipocrisia, o bloccato dall'impotenza del desiderio. È un artista guerriero che si commuove di fronte alla bellezza di Desdemona e che seduce con il suo pathos di narratore di gesta, con l'epicità cavalleresca dei suoi smisurati sentimenti, l'Amore, la Fedeltà a Venezia, la Giustizia, la Magnanimità. Welles rinchiude il personaggio di Otello entro le linee drammaturgiche di un destino tragi-comico. Otello ha un misero avversario, un alfiere, un uomo a cui si comanda di andare a ritirare i bagagli al porto di Cipro. Essere rovinati dal fato non è umiliante come essere beffati dal proprio "segretario". Otello conosce il mondo ma non conosce gli uomini. Welles costruisce il personaggio di Iago non con gli stereotipi della natura demoniaca, e semplifica la sua personalità dotandolo di una natura fin troppo umana: la sua impotenza stimola un'intelligenza tattica affidata al potere della parola. Alla maestosità verbale di Otello che sovrasta l'uditorio del senato veneziano e annichilisce Brabanzio che reclama i suoi diritti da padre, Welles contrappone l'arte della persuasione di Iago, predatore dialettico che usa la retorica come un'arma rivolta contro vittime isolate, sottratte alla coralità dell'ambito sociale: Rodrigo nella solitudine dei campielli e dei portici veneziani, il Moro sui bastioni del castello, Cassio al fondo di una strada fortificata. Dialettica tanto valida da far scaturire la gelosia del Moro proprio da un'illusione visiva e verbale da uno schermo di fantasmi animati da Iago.
[Scheda tratta da "Orson Welles" di Marco Salotti, ed Le Mani].

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