MICHELANGELO ANTONIONI E I SUOI FILM

Si vanno moltiplicando, in Italia e nel mondo, le iniziative tese a riscoprire o a celebrare i meriti artistici di Michelangelo Antonioni. A Ferrara esiste addirittura un museo, il Museo Antonioni, appunto, dedicato alla ricerca sul paesaggio compiuta dal regista. Ottantatrè anni, oscar alla carriera 1995, Antonioni non ha del resto smesso di stare dietro la macchina da presa e proprio recentemente è tornato sul set cinematografico con Wim Wenders per "girare" l’attesissimo "Al di là delle nuvole" la cui uscita è prevista per il prossimo mese, a Cannes.

Michelangelo Antonioni, classe 1912, dopo una laurea in Economia e Commercio, si trasferisce da Ferrara a Roma. Nella capitale lavora come redattore alla rivista "Cinema", conosce Cesare Zavattini e si iscrive al Centro Sperimentale di Cinematografica. Il mondo culturale, in quegli anni in rapido fermento, spinge verso un cinema "nuovo". Intanto cambiano i sistemi industriali di produzione e ciò consente la realizzazione di film, magari a basso costo, dotati però di una forte valenza sperimentale.

Dopo i documentari del ’42 ("Gente del Po") e del 48 ("N.U.", sul lavoro degli spazzini in una grande città), il ’50 è l’anno dell’esordio di Antonioni nel lungometraggio: con "Cronaca di un amore" il regista conferma il proprio interesse per il "nuovo" attraverso l’abbandono delle convenzioni del genere classico "giallo", alla ricerca di nuovi moduli stilistici. + successivamente che la ricerca si spinge oltre quando la spersonalizzazione, la perdita di identità, il deterioramento del rapporto con gli altri - quindi l’assioma della non-comunicazione nella società moderna - costituiscono i binari di un’analisi dura e spietata condotta con metodo e rigore scientifici attraverso il cinema. In un ideale percorso di maturazione delle tematiche di Antonioni "Il grido" (1957) costituisce l’inizio di un percorso poetico che, attraverso la trilogia de "L’avventura", "La notte" e "L’eclisse", raggiungerà piena maturazione con "Deserto rosso" il film con il quale Antonioni otterrà anche il Leone d’oro alla Mostra del Cinema di Venezia del 1964. Nel ’72 Antonioni realizza "Chung Kuo", film-documentario girato in Cina e prodotto dalla Rai. Il suo ultimo cortometraggio, "Noto, mandorli, Vulcano, Stromboli, carnevale" è del ’92.

A Firenze, una retrospettiva dedicata ad Antonioni inizierà al Cinema Teatro Le Laudi in piazza Savonarola (tel. 055/572831), dal prossimo giovedì 27 aprile fino al primo di giugno. Sono previste sei proiezioni; dal primo lungometraggio, "Cronaca di un amore", (1950) a "Identificazione di una donna" (1980), l’ultimo, passando attraverso "L’avventura" (1960), "La notte" (1961), "L’eclisse", (1962) e "Blow-up" (1966), il primo dei film prodotti fuori Italia. Organizzata dal Cineclub C.G.S. "Inquadrature" (tel. 055/677295) la manifestazione ha un carattere di studio e di analisi critica dei film proiettati e prima del film è prevista una introduzione affidata ad esperti e critici cinematografici.


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