CANNES CINEMA: 45a EDIZIONE

Calato il sipario sulla 45a edizione del Festival di Cannes, adesso è il tempo di riflettere sul successo della passerella cinematografica più importante del mondo. Dopo oltre due giorni di "consiglio", lunedì 18 maggio la giuria presieduta da Gerard Depardieu ha assegnato gli ambiti riconoscimenti. La Palma d’Oro è andata al film svedese "Con le migliori intenzioni" di Bille August, mentre il gran premio speciale della giuria - il secondo riconoscimento del festival francese al di là delle più facili illazioni che lo vorrebbero come mero tributo consolatorio - è toccato al film italiano "Il ladro di bambini" di Gianni Amelio. Il premio speciale del 45° anniversario lo ha ottenuto il film americano "Casa Howard" di James Ivory e il premio per la migliore interpretazione maschile è andato a Tim Robinson per "The Player" di Robert Altman. Migliore interprete femminile di questa edizione del festival di Cannes è Pernilla Ostergren August per "Con le migliori intenzioni" di Bille August, mentre il premio per la regia lo ha ricevuto Robert Altman per "The Player". Infine premio della giuria ex aequo al film spagnolo "Il sole di melocotogno" e al film russo "Una vita indipendente" di Vitali Kanevski.

Molti se lo aspettavano, altri forse speravano qualcosa di più... In ogni caso il cinema italiano esce dalla 45a edizione del festival francese con le carte in regola per un futuro che lascia sperare il meglio. Il film di Amelio è un vero capolavoro. Dal punto di vista narrativo si costruisce lentamente, su scene che con altrettanta lentezza tracciano la storia di un’infanzia tradita e di una società a volte senza scrupoli, dimentica delle proprie civiche responsabilità. Poi, man mano che il racconto procede, il ritmo si fa più pressante sotto la spinta di immagini gonfie di rabbia e cariche di struggente nostalgia per una realtà che potrebbe essere diversa e migliore.

A distanza di tre anni dalla premiazione "francese" del "Nuovo cinema Paradiso" di Giuseppe Tornatore, il cinema italiano torna dunque nuovamente vittorioso dalla Francia con "Il ladro di bambini". Coprodotto dalla Rai e felicemente diretto dal regista di "Porte Aperte", il film nei giorni del festival aveva positivamente stupito anche la stampa francese che ha speso parole di elogio e di apprezzamento verso l’unica opera italiana in concorso. E con "Il ladro di bambini" il made in Italy cinematografico può del resto camminare a testa alta tra le voci autorevoli della passerella francese perché all’interno di immagini costruite in modo impeccabile il film da spazio a contenuti di ampio respiro. A ben poco - viene da dirsi - varrebbero il lusso e lo sfarzo della Croisette se tutto l’"arcano" non servisse a far da eco a quelle voci che di volta in volta, tra le pagine colorate dei festival, salgono inattese alla ribalta per richiamare l’attenzione ai problemi di tutti i giorni, ai bisogni della gente, alle responsabilità che nel destino di uomini impongono scelte severe di fronte ad una vita che deve essere costruita sotto il segno della gioia e della felicità.

Il film di Amelio in poco meno di due ore descrive la storia di due ragazzi, Antonio e Rosetta presi nella morsa dell’abbandono e dello sfruttamento. Alla periferia di Milano, in un quartiere di immigrati, un giorno viene arrestata una giovane donna siciliana che è accusata di aver prostituito la sua bambina di appena undici anni, Rosetta appunto. Antonio (Enrico Lo Verso), un carabiniere calabrese venticinquenne di stanza nel nord, è incaricato di scortare Rosetta e il suo fratellino minore, Luciano, fino ad un istituto per l’infanzia "a rischio", nei pressi di Civitavecchia. Un disguido burocratico, che cela una ben più grave volontà di rifiuto, lascia i due bambini e il militare in balia di un viaggio più lungo e imprevisto. Un treno li porta verso il Sud, ma la destinazione obbligata diventa via via più lontana. In Sicilia i tre trovano il tempo per stringere un’amicizia che pian piano recupera la fiducia nella vita dei due ragazzi. Ritrovando la forza di ridere Antonio e Rosetta testimoniano la possibilità di rinascere e di rifiorire propria della vita. Con una spontaneità ed una freschezza tipica dei più piccoli si apre una breccia di luce nelle pieghe più buie della cronaca contemporanea.

Gianni Furlanetto


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