LA XXIX MOSTRA INTERNAZIONALE DEL NUOVO CINEMA DI PESARO

Giugno 1993

A Pesaro, per la XXIX edizione della Mostra Internazionale del Nuovo Cinema (11-19 giugno), sono "passate" immagini arabe. Guerre che non finiscono mai, amori impossibili, intere zone del mondo ridotte a discariche per i rifiuti del ricco Occidente, storie di bambini che diventano subito adulti e i cui giochi di guerra hanno ben poco di infantile e irreale: nei nove giorni di proiezioni, la Mostra ha messo in luce aspetti sconvolgenti di una civiltà in rapido movimento. E le cinematografie "targate" Algeria, Egitto, Palestina, Siria, Giordania, Libano, Marocco e Tunisia sono state un’occasione preziosa per "sbirciare" su quei mondi lontani. L’Evento speciale, tradizionale rassegna parallela a quella del Nuovo Cinema, è stato quest’anno dedicato a Dino Risi con una retrospettiva completa delle sue commedie. I figli Marco e Claudio, il fratello Nelo, gli sceneggiatori Age & Scarpelli e Bernardino Zapponi, il musicista Armando Trovaioli, l’attrice Marisa Allasio e altri ancora si sono dati appuntamento a Pesaro quasi a sottolineare che mai, come nel caso di Risi, il cinema è stato un’arte collettiva. Le tavole rotonde e i saggi raccolti nei nuovi volumi editi dalla Marsilio hanno riproposto la cittadina marchigiana come un luogo dove si gode il cinema, ma dove ci si riflette anche sopra.

In mezzo a tanta festa non sono però poche le ombre. Uno "scherzetto" della Corte dei Conti ha bloccato parte delle sovvenzioni ’88, ’89, ’90, ’91, ’92. Sono stati controllati i rendiconti degli anni passati ed è stata richiesta nuova documentazione. Intanto - affermano i curatori - crescono gli interessi passivi dei prestiti bancari e... la Mostra rischia la chiusura. Sono quasi trent’anni che la Mostra del Nuovo Cinema opera sulla scena culturale cinematografica italiana: centinaia di convegni, un’infinità di proiezioni, oltre 150 libri. Se essa dovesse chiudere sarebbe una grave perdita non soltanto per quel pubblico di studenti, studiosi, cinefili, critici e cineasti che a Pesaro sono più volte convenuti, ma, forse, per l’intero nostro paese. Pensiamo e speriamo che con la nuova Italia, che tutti stiamo aspettando, giunga anche una nuova politica della cultura che investa non soltanto le mostre, ma le mostre, le università, i centri della ricerca, il cinema. Il cinema che da anni attende, vanamente, una propria legge; il cinema che è stato ammazzato consapevolmente dalle opzioni mediologiche di una intera classe dirigente; il cinema che era un momento importante della coscienza popolare italiana e che è stato trasferito altrove.


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