SCHEDE FILM

I MAESTRI DEL CINEMA

Sala Esse - giovedì 22 febbraio 1996

La dolce vita

Regia

Federico Fellini

Nazionalità

Italia/Francia

Anno

1960

Durata (in minuti)

185

Interpreti

Anouk Aimee (Maddalena)

Lex Barker (Robert)

Adriano Celentano (Cantante Rock)

Valeria Ciangottini (Paola)

Alain Cuny (Steiner)

Anita Ekberg (Sylvia)

Yvonne Furneaux (Emma)

Lilly Granado (Lucy)

Nadia Gray (Nadia)

Reneé Longarini (Signora Steiner)

Marcello Mastroianni (Marcello Rubini)

Gianfranco Mingozzi (Il pretino)

Annibale Ninchi (Papà di Marcello)

Magali Noel (Fanny)

Polidor (Il clown)

Walter Santesso (Paparazzo)

Jacques Sernas (Il divo)

Soggetto

Federico Fellini

Ennio Flaiano

Tullio Pinelli

Sceneggiatura

Federico Fellini

Ennio Flaiano

Tullio Pinelli

Fotografia

Otello Martelli

Musica

Nino Rota

Montaggio

Leo Catozzo

Produzione

Riama Cinematografica, Roma

Pathé Consortium Cinema, Parigi

Distribuzione

Cineriz

Costumi

Piero Gherardi

Parola di... Federico Fellini

Un appiglio con la realtà non si può dire che non ci fosse. "La dolce vita" definì un epoca: nomi, cognomi, indirizzi, odori, profumi e tendenze... Sì, ma quale realtà? Certamente il film è nato da una serie di sensazioni che vivevo... la moda a sacco per esempio... la prima cosa che mi viene in mente è la moda a sacco delle donne. Tutte avevano i vestiti a sacco... Oppure le code lunghe e metalliche delle macchine americane, così scintillanti.... E le fotografie... Ecco, "La dolce vita" è nata sfogliando le pagine dei rotocalchi... I pugni di Via Veneto, quando sembrava che Roma avesse sostituito New York... E anche l'idea dell'aristocrazia nera, dei nobili. Per un provinciale come me, sempre pronto al sarcasmo... Il titolo non aveva niente di moralistico, di scandalistico, non c'erano intenzioni... "La dolce vita" voleva dire solo quello che dice letteralmente, la dolcezza di vivere era un titolo suggerito dall'innamoramento di un giovane provinciale per un ritmo di vita trasognato, adolescenziale. L'equivoco nacque dai comunisti... Presero il film sotto la loro protezione... Mezz'ora dopo l'uscita del film, mi chiamano in un cinema. C'erano Argan, Trombadori, che so, c'erano tutti, e dovevano darmi il Chaplin d'oro, una statuetta. Ricevere un premio fa piacere, anche se mi stupivo di tanta fretta. Vado al microfono per ringraziare e l'organizzatore mi chiede se la Roma che rappresento nella "Dolce vita" è no una fotografia dell'Italia. "No", rispondo, "l'Italia non c'entra, è proprio Roma". "Ma Fellini", fa quello un po' imbarazzato, "Roma è una scusa, in mente avevi la situazione politica, volevi sferzare i costumi". "Manco per sogno", insisto, "è un film su Roma come avrei potuto farne uno su New York, Londra, Bagdad". Ci rimasero male.

[da L'avventurosa storia del cinema italiano di G.Fofi e F. Faldini Edizioni Feltrinelli]

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