SCHEDE FILM

Alba tragica

Titolo originale

Le jour se leve

Regia

Marcel Carné

Nazionalità

Francia

Anno

1939

Interpreti

Arletty (Clara)

Jaques Baumer (Commissario)

Jules Berry (Valentin)

Mady Berry (la portinaia)

Bernard Blier (operaio)

Douking

Jean Gabin (François)

René Genin

Jaqueline Laurent (Françoise)

Serge Reggiani

Soggetto

Jaques Viot

Sceneggiatura

Jaques Prevert

Jaques Viot

Fotografia

Philippe Agostini

Curt Courant

Musica

Maurice Jaubert

Durata (in minuti)

87

Produzione

Pierre Frogerais per la Vog-Sigma

Distribuzione

Colosseum

La trama

Un operaio si barrica in una soffitta assediato dalla polizia. Gli torna in mente la tragedia che lo ha portato ad uccidere un uomo, suo rivale in amore.

La critica...

"Ai movimenti di una cinepresa preferisco i movimenti del cuore". La frase, lapidaria ma efficace è, naturalmente, di Marcel Carné e serve a spiegare il suo modo di fare cinema meglio delle dotte analisi di molti critici. In tutti i suoi film, infatti, la tecnica non risulta mai semplice virtuosismo fine a sé stesso o un mezzo per stupire lo spettatore, ma un umile strumento che si mette al servizio della storia. Esempio lampante di ciò è proprio "Alba tragica", riconosciuto capolavoro del realismo poetico, in cui il regista francese lavora in sottrazione sull'immagine e accompagna con geometrica linearità, oltre che con grande coerenza espressiva i folgoranti, ma qualche volta sopra le righe, dialoghi di Jacques Prevert. Probabilmente chiunque altro nel dirigere un testo così semplice e romantico sarebbe caduto nella banalità, nel facile melodramma o in situazioni stereotipate, Carné, al contrario, ne fa un poema drammatico che ancora oggi conserva una forza incredibile. "Alba tragica" racconta di un operaio (ovviamente Jean Gabin) che dopo aver ucciso il suo rivale in amore rifiuta di consegnarsi alla polizia e decide di barricarsi nella sua stanza. Allo spuntare del giorno si suiciderà, non vinto dalla paura dell'inevitabile pena che lo attende, ma schiacciato dal peso dei ricordi di una esperienza amorosa che è miseramente fallita. Nell'universo di Carné, scandito da un determinismo implacabile, non ci sono più spazi per la fuga e l'uomo appare un essere solo, fragile e perennemente infelice.

Chiaramente questa visione cupa riflette, anche, il clima socio-politico in cui il film nel '39 vide la luce con il fronte popolare ormai disperso e la guerra che bussava alle porte.

Perfetto Jean Gabin con l'occhio malinconico e con la sua faccia da eterno scontento della vita, ma grande, inoltre, Jules Berry che interpreta la parte del seduttore con perfetto ghigno satanico. Alla sua uscita "Alba tragica" (come d'altronde molti capolavori del cinema) fu un mezzo fiasco: critiche molto tiepide e spettatori spiazzati dai continui flashback che per l'epoca erano una novità quasi assoluta.

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