SCHEDE FILM

La terra trema

Titolo originale

La terra trema

Regia

Luchino Visconti

Nazionalità

Italia

Anno

1949

Interpreti

Antonio Arcidiacono ('Ntoni)

Giuseppe Arcidiacono (Cola)

Rosario Calvagno (Don Salvatore)

Nicola Castorina (Nicola)

Rosa Costanzo (Nedda)

Agnese Giammona (Lucia)

Nelluccia Giammona (Mara)

Giovanni Greco (il nonno)

Lorenzo Valastro (Lorenzo)

Soggetto

Luchino Visconti dal romanzo "I Malavoglia" di Giovanni Verga

Sceneggiatura

Luchino Visconti

Fotografia

G. R. Aldo

Musica

Scelta e coordinata da Luchino Visconti e Ferrero Willy

Durata (in minuti)

160

Montaggio

Mario Serandrei

Produzione

Salvo D'Angelo per la Universalia

Distribuzione

Ceiad

La trama

Stanco dei soprusi dei grossisti, il giovane 'Ntoni Valastro invita i pescatori di Aci Trezza a ribellarsi. Nascono tumulti, alcuni pescatori sono arrestati; ma poi gli stessi grossisti li fanno rilasciare, non potendo fare a meno del loro lavoro. 'Ntoni convince allora la famiglia a mettersi in proprio, ipotecando la casa. Un'eccezionale pesca di acciughe sembra aiutare i Valastro. MA, più tardi, in una tempesta, perdono la barca. Stretti dal bisogno, devono vendere le acciughe ai grossisti ad un prezzo irrisorio e, non potendo riscattare l'ipoteca, perdono anche la casa. Il dissesto economico porta la famiglia allo sfascio: 'Ntoni non trovando lavoro, si consola in osteria; la sua ragazza, Nedda, lo lascia; suo fratello, Cola, abbandona il paese e diventa contrabbandiere; il nonno muore; la sorella maggiore, Mara, vede sfumare il suo matrimonio, quella minore, Lucia, viene "disonorata" dal maresciallo della finanza Don Salvatore. In più 'Ntoni è odiato da tutti: dai grossisti che assaporano la vendetta, dagli invidiosi, che gioiscono del suo sogno sfumato. Alla fine si rassegna a riprendere il mare, coi fratelli più piccoli, sulle barche dei grossisti. Ma, sebbene sconfitto, appare consapevole della necessità che il suo tentativo individuale divenga patrimonio di lotta comune. La critica... Fin dal '40 - '41 Visconti aveva in animo un adattamento dei "Malavoglia". Innamoratosi del romanzo, Visconti ne aveva acquistato i diritti e si era procurato un'opzione anche sulle novelle "Jeli il pastore" e "L'amante di Gramigna". La sua passione era condivisa dagli amici del gruppo "Cinema"L'esperienza della guerra e della Resistenza ha inciso profondamente sull'atteggiamento ideologico di Visconti. Al fascino per le passioni primitive e "titaniche", che aveva caratterizzato il suo primo accostamento alla Sicilia di Verga, si unisce ora la ricerca delle ragioni storiche, economiche e sociali della questione meridionale. Il regista intende mostrare la sconfitta di 'Ntoni come una tappa verso una nuova cosienza sociale. Rivede il distacco analitico ed il pessimismo del Verga alla luce di una diversa consapevolezza storica. Cerca, a posteriori, d'inserire "La terra trema" nella stessa atmosfera culturale del meridionalismo di Vittorini e di Gramsci. Tesi legittimata dall'aver trasformato nel film la lotta dei Malavoglia contro il destino, in lotta degli sfruttati contro gli sfruttatori. Si afferma i diritto a combattere e progredire all'interno del proprio ambiente, tema che tornerà anche in "Rocco e i suoi fratelli". Anche il problema della lingua è affrontato secondo una nuova prospettiva ideologica. I dialoghi, benché impostati sulla falsariga di quelli verghiani, sono stati ottenuti esponendone il contenuto ai pescatori e lasciando che essi ne restituissero liberamente il senso in dialetto catanese. La ragione prima è stata sicuramente estetica: il fascino e la musicalità di una lingua misteriosa e arcaica. Ma ha subito assunto un significato polemico: "la lingua italiana non è in Sicilia la lingua dei poveri" commenta la didascalia iniziale del film. Anche il contrasto fra ottimismo e pessimismo, fra volontà e rassegnazione si rivela una conquista espressiva. Rispecchia infatti il contrasto fra l'immobilismo atavico del Meridione e il bisogno di rinnovamento. Il regista ha illuminato quei contrasti che fin dall'inizio lo avevano colpito nella realtà siciliana e che gli sembravano estendersi dalle passioni individuali alle forze stesse della natura. Visconti ha sottolineato il contrasto tra l'immobilità ieratica delle composizioni plastiche e la drammaticità delle passioni interiori, tra i momenti privati della vita domestica e quelli sociali della lotta e del lavoro. La stessa indefinibile essenza di "La terra trema", che non è né un film né un documentario, testimonia l'influsso di una realtà contraddittoria. Le suggestioni musicali sorreggono la struttura del film e, per Visconti, musicalità significa soprattutto melodramma. Un'esplicita situazione in questo senso è l'aria "Ah, non credea mirarti" de "La sonnambula" eseguita al flauto da zio Nunzio durante la salatura delle acciughe.
[Scheda tratta da "Luchino Visconti" di Alessandro Bencivenni, ed. Il Castoro].

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