SCHEDE FILM

Il sole sorge ancora

Titolo originale

Il sole sorge ancora

Regia

Aldo Vergano

Nazionalità

Italia

Anno

1947

Interpreti

Vittorio Duse

Lea Padovani

Elli Parvo

Massimo Serato

Sceneggiatura

D. S.

Heinz Roemheld

Durata (in minuti)

82

Produzione

G. C. Agliani

Distribuzione

Enic

La trama

Dopo l'8 settembre 1943, i soldati abbandonano i loro reparti e ritornano alle loro case. Cesare ritorna al suo paese natale, e lo trova pieno di sfollati, poveri e ricchi. Il giovane amoreggia con Laura, una sartina; ma non sa resistere alle lusinghe di Matilde, ricca proprietaria, donna sposata, della quale diviene l'amante. Un giorno che i partigiani calano in paese per impadronirsi di un camion di farina, Cesare s'unisce ai vecchi amici e fugge sulla montagna. Intanto sono arrivati i tedeschi, che hanno messo un presidio nel paese e compiono un vero saccheggio. In seguito alla fucilazione di Don Camillo, il parroco del paese, e alla sollevazione di Milano, gli abitanti del paese e gli operai della fornace insorgono contro i tedeschi. Questi minacciano di far saltare in aria il paese; ma sono battuti e cacciati dai partigiani. Matilde, la ricca proprietaria, sentendosi coinvolta nella rovina della classe sociale, cui appartiene, sfida il fuoco della battaglia e muore. Mentre il padrone della fornace si dà da fare per acquistare meriti partigiani e il fratello di Cesare, germanofilo, viene ucciso, Cesare riabbraccia la sua sartina.

La critica...

Commissionato dall'Anpi, è uno dei caposaldi del neorealismo e l'unico film marxista prodotto in Italia sulla guerra di Liberazione. Il conflitto è visto in termini di lotta di classe, ma il racconto non risente di rigidità dogmatiche grazie a un felice lavoro di drammatizzazione e alla scelta di non privilegiare figure eroiche o episodi aneddotici, anche se si fa ricorso a schemi narrativi consolidati (il confronto fra le due figure femminili). L'impostazione storico-critica non va comunque a discapito della dimensione epico-spettacolare che raggiunge l'acme con l'episodio della fucilazione del prete e dell'operaio comunista, i cui corpi cadono formando una croce mentre la folla scandisce l'ora pro nobis. La sceneggiatura è di Guido Aristarco, Giuseppe De Santis, Carlo Lizzani e Aldo Vergano, tutti presenti anche nel cast: Lizzani è un memorabile Don Camillo , De Santis è Tonino (l'inserviente del conte), Vergano è un ferroviere e Aristarco figura nel gruppo dei partigiani insieme al critico Glauco Viazzi. Gillo Pontecorvo interpreta la parte di Pietro, l'operaio fucilato, mentre il poeta Alfonso Gatto appare brevemente nel ruolo di un macchinista. Aldo Tonti firma una fotografia da reportage, sporca e sofferta, che sottolinea a ogni inquadratura la dimensione crudelmente realistica della storia. Qualche debolezza si avverte solo nell'approfondimento psicologico dei personaggi, ma è poca cosa, soprattutto tenendo conto dei veloci tempi di realizzazione. Scheda tratta da "Dizionario dei film" di P. Mereghetti. "Il difetto organico del film non consiste, come ha scritto tanta gente, nel fatto che la polemica sociale, che vi è sottintesa, è basata su accusa inconsistenti, su caratteri astratti, su circostanze che non hanno riscontro [...] ma nel fatto che la fantasia, la forza motrice del regista Vergano, non sono riuscite a rendere corpulente, per dirla col Vico, efficaci e correnti quelle grottesche immagini borghesi. Il dialogo reticente e l'interpretazione, approssimativa e distratta, non han giovato a dar carne sangue e nervi alla volonterosa, e per certi versi ispirata, regia di Vergano" P. Bianchi, "Candido", 18 gennaio 1947.

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