Mostra in "tono minore"
a Lido di Venezia


di Gianni Furlanetto

Venezia 1997 guarda al cinema con lo sguardo attratto o distratto dalle annunciate rivoluzioni tecnologiche del terzo millennio. A Lido di Venezia, dove è in corso la 54a edizione della Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica (dal 27 agosto al 6 settembre) quella che si respira è aria multimediale. Le star, quelle hollywoodiane, francesi o d'oltre Manica, quest'anno non è facile incontrarle dal "vivo". Più probabile ammirarle sugli innumerevoli schermi delle altrettanto numerose postazioni computerizzate da cui è possibile accedere ad internet, ma anche provare la televisione digitale, la pay tv che presto farà ingresso nelle nostre abitazioni. Gli esperti del settore affermano del resto che il futuro, cinema, computer o televisione che sia, ci aspetta in una veste tutta virtuale. E la Mostra quest'anno è davvero virtuale perché in tono minore. Molti criticano le scelte artistiche adottate nella selezione delle opere proiettate, altri un'organizzazione che non ha saputo aggiungere niente di nuovo e di i nteressante al palinsesto della Mostra. E a noi, cui davvero il fascino della sala cinematografica dove ci si incontra e si sta assieme dice ancora qualcosa di importante, nasce un po' di nostalgia per quelle che sono state le edizioni precedenti del festival veneziano. Correndo a ritroso nel tempo piace ricordare l'arrivo di tanti grandi del cinema mondiale: da Spielberg a Kieslowski, da Altman ai tanti altri che rappresentavano l'aspetto meno artistico ma non per questo secondario di un festival che riusciva a coinvolgersi in dibattiti, convegni e incontri diretti con il pubblico. Un festival sappiamo che è fatto soprattutto di film ma crediamo che debbano esserci anche altre cose. Woody Allen, che a Venezia capita spesso in date lontane da quelle della Mostra del Cinema si è fatto vivo con un filmato digitale ormai disponibile via internet da qualsiasi parte del mondo: saluta e si scusa prestando per una volta in più al video voce e immagine. "Sono molto onorato che il mio film sia stato scelto per aprire il festival di Venezia di quest'anno, e spero che vi piaccia, e che sia un buon inizio, e porti fortuna al festival. Se vi guardate intorno, vi accorgerete che non ci sono, perché sono a New York, per girare il mio nuovo film, che , spero, sarà pronto per il prossimo festival di Venezia. Ma penso che 'Deconstructing Harry' sia ben rappresentato da alcuni membri dello splendido cast e dal meraviglioso cameraman Carlo Di Palma. Così, auguro a tutti buona fortuna, divertitevi, e io non mancherò di pensare a voi". Un "corto" di pochi minuti da cui si affaccia il suo volto di tenero nevrotico, per dirci il motivo per cui lui, che pure ama tanto Venezia, questa volta a Venezia non c'è, no nostante sia proprio il suo film ad aprire la Mostra. Quello di quest'anno, in cui digitalizzazione e trasmissione via cavo delle immagini sembrano essere la scoperta della Mostra, è del resto uno di quei cambiamenti che possono anche disorientare anche per il modo improvviso in cui è giunto. Tanti cambiamenti nel festival comprensibili e riconducibili in buona parte al fatto che quest'anno, la Mostra nasce con i vertici direttivi dell'ente organizzatore - La Biennale di Venezia - interamente rinnovati. Via il magico Gillo Pontecorvo, direttore delle passate tre edizioni, via il "secolare" Gian Luigi Rondi presidente dell'ente veneziano. Mentre ancora si attendono film buoni, quelli degni di un Leone, intanto a Lido, l'inospitale Lido dove una singola in albergo la paghi non meno di duecentomila lire e dove la scommessa di trovare una camera libera è sempre persa, ha quest'anno una sala cinematografica in più: accanto alle storiche Sala Grande, Sala Volpi, Sala Perla e il più recente Palagalileo, la novità di quest'anno è il Palalido; una struttura con oltre 1000 posti e, ma lo si scopre solo all'ultimo momento, provvisoria, realizzata in un campo di rugby che dovrà essere smontata al termine del festival. In questo un complesso formato da 6 sale cinematografiche con oltre tremila posti complessivi si svolge il festival dove Emma Thompson, capelli cortissimi rosso fiammante, due Oscar e grandi film, è la protagonista di "The Winter Guest". Un film che fa pensare alla voglia di vivere di chi, dopo un lungo e combattuto rapporto con un marito regista, vuole ritrovare una dimensione autonoma, più autentica del vivere. Tra i veri divi "made in Usa" la mostra accoglie Harrison Ford che con 20 milioni di dollari a film resta una star di tutto rispetto. E' arrivato a Venezia con il suo aereo personale con il suo "Air Force One" con la benedizione di Bill Clinton che ha visto il film e che ha apprezzato la sua interpretazione di un presidente Usa nel suo aereo. Poi a Venezia, dove si proietta quasi non stop, "Mi ricordo sì io mi ricordo" si parla con Anna Maria Tatò, della passione di Mastroianni per i viaggi: "Marcello diceva che, tra un film a Roma e uno a Civitavecchia, avrebbe preferito Civitavecchia. Perché così almeno si sarebbe mosso, sarebbe uscito da Roma. Immaginarsi quando ha potuto fare film in Portogallo, o in tutti i luoghi dove è stato". Il film, nella versione "lunga", chiuderà il festival di New York. Nato come un film libero, senza preparazione, "Mi ricordo, sì mi ricordo" è stato girato senza mai ripetere un ciak. Si parla inoltre di carceri, di ergastoli, di stragi fatte dai partigiani. "Porzûs" di Renzo Martinelli, racconta una storia atroce, un'alba di guerra civile in Italia, una Resistenza dove partigiani uccisero altri partigiani. E fra le vittime c'erano il fratello di Pier Paolo Pasolini, e lo zio di Francesco De Gregori. Una storia brutta, che - dopo le polemiche dei giorni scorsi - ne solleva altre. E c'è un film, "Piccoli ergastoli", ch e va ad esplorare nel carcere di Rebibbia le vite di chi, nel carcere, c'è nato o ci dovrà morire. E fra questi, c'è anche Giusva Fioravanti, che una volta, fine anni '60, era un ragazzino dai capelli rossi che faceva sceneggiati tv, con una faccia innocente. E che pochi anni dopo, negli anni '70 delle P38, era un terrorista nero. Accusato, e per il momento condannato, per la strage più terribile della storia recente d'Italia: quella bomba alla stazione di Bologna, 2 agosto 1980. Su questi due film, esplodono le polemiche. Tutto questo mentre a Venezia arrivano altri divi, da Emma Thompson a Vincent Lindon, da Anna Maria Tatò, che ha presentato la versione lunga del suo amoroso ritratto di Marcello Mastroianni, a undici ragazzi che divi non sono: sono i protagonisti di "Tano da morire", il film di Roberta Torre che si propone come il primo musical sulla mafia. Dopo il flop del più gettonato "I Vesuviani", film episodico a più mani, sale al secondo posto "Giro di lune tra terra e mare" di Giuseppe M. Gaudino nella Hit parade stilata da Gianni Ippoliti che da un'auto parcheggiata a fianco del palazzo del cinema conduce la rubrica "Ridatece i soldi" per Italia Radio. Funziona così: gli spettatori che non hanno gradito un film possono rivolgersi a Ippoliti e chiedere il rimborso del biglietto. E i soldi vengono restituiti se le motivazioni critiche appaiono convincenti. Quest'anno niente musica, niente concerti sul piazzale antistante il palazzo e del cinema. E il dibattito sull'ipotetico connubio tra cinema e immagini in cui molto aveva investito l'ex direttore Pontecorvo è rinviato a non si sa quando. Niente musica, niente manifestazioni in grado di coinvolgere e appassionare il pubblico del Lido che quest'anno deve accontentarsi di un festival che appare in tono minore e in cui le scelte artistiche, necessariamente peculiari e quindi ragionevolmente discutibili, vanno di pari passo con un'organizzazione che ha più volte mostrato i suoi punti deboli. E su Venezia, terra magica dove i paparazzi di ogni parte del mondo si sono spesso dati appuntamento per "seguire" "amori importanti" è piombata la notizia della morte di Lady D. accolta, per il vero, per lo più con indifferenza dal popolo festivaliero. Solo un po' smorzata l'euforia dei fotografi che forse in questi giorni si sono sentiti coinvolti dal sospetto della responsabilità indiretta dei colleghi che inseguivano la coppia.

Venezia Lido 1 settembre 1997


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