Luis Buñuel

Nato a Calanda in Spagna nel 1900, Buñuel rivela nel suo lavoro una continuità di interessi e una consistenza di risultati unici nella storia del cinema. E questo malgrado una lunga interruzione della sua carriera durata quindici anni, dal 1932 al 1947.

Regista senza compromessi, Buñuel anche quando fu costretto a lavorare su scala commerciale, restò sempre fedele alle sue origini artistiche di surrealista.

Dopo aver studiato letteratura e filosofia all'Università di Madrid, si recò a Parigi, frequentò il gruppo surrealista e si associò a Salvador Dalì per girare "Un chien andalou" (1928). Più tardi, ancora con Dalì, girò un lungometraggio surrealista, "L'âge d'or" (1930). Il film, esaltazione del rapporto blasfemo fra Cristo ed il Marchese De Sade, provocò in uguale misura entusiasmo e furiose proteste.

Tornato in Spagna girò "Tierra sin pan" (1932). Nel 1939 si recò in America dove, a Hollywood, lavorò come doppiatore e, saltuariamente, per il Museum of Modern Art di New York.

Nel 1946-47 fu in Messico dove girò "Gran Casinò" (1947), "El gran Calavera" (1949), e "I figli della violenza" (1950) che gli valse il gran premio della giuria a Cannes nel 1951. Nel contesto del cinema commerciale messicano diresse una lunga serie di film brillanti, realizzati con minime possibilità tecniche ed economiche: "Adolescenza torbida" (1950), "Una mujer sin amor" (1951), "Il bruto" (1952).

Negli anni fra il 1952 ed il '60 tornò invece a temi più impegnativi con film come "El" (1952), "La ilusión viaja en tranvia" (1953), "La selva dei dannati" (1956), "Violenza per una giovane" (1960).

Tornato in Spagna nel 1961 girò il suo primo lungometraggio europeo: "Viridiana", un film considerato troppo spregiudicato e per questo non ben tollerato dalle autorità franchiste. Proprio in conseguenza della feroce censura del regime, Buñuel fu di nuovo costretto a lavorare allµestero. Girò in Messico "L'angelo sterminatore" (1962); in Francia "Il diario di una cameriera" (1964); nuovamente in Messico il cortometraggio "Simón del desierto" (1965), di nuovo in Francia il magistrale "Bella di giorno" (1967), suo maggior successo di pubblico, e "La via lattea" (1968) una visione surrealista sulle eresie della chiesa cattolica. Nel 1970 tornò in Spagna dove diresse "Tristana".

Ma il suo vero capolavoro è quasi senza ombra di dubbio "Il fascino discreto della borghesia" del 1973 in cui il registra matura in suggestiva sintesi i suoi motivi ispiratori fondamentali. Da una parte si individua il surrealismo onirico, dall'altra la satira di costume antiborghese e anticlericale.

Il film successivo, "Il fantasma della libertà" (1974), è un'opera di straordinaria inventiva e ricchezza formale.

Filmografia

Un chien andalou (1929)

L'âge d'or (1930)

Terra senza pane (1932)

Gran casino (1946)

*Il grande teschio (1949)

Adolescenza torbida (1950)

I figli della violenza (1950)

*La figlia dell'inganno (1951)

Quando i figli c'ingannano (1951)

Salita al cielo (1951)

Le avventure di Robinson Crusoe (1952)

Il bruto (1952)

Lui (1952)

Abissi di passione (1953)

L'illusione viaggia in tranvai (1953)

Il fiume e la morte(1954)

Estasi di un delitto (1955)

Gli amanti di domani (1955)

La selva dei dannati (1956)

Nazarin (1958)

L'isola che scotta (1959)

Violenza per una giovane (1960)

Viridiana (1961)

L'angelo sterminatore (1962)

Il diario di una cameriera (1963)

Intolleranza: Simon del Desierto (1965)

Bella di giorno (1966)

La via lattea (1968)

Tristana (1970)

Il fascino discreto della borghesia (1972)

Il fantasma della libertà (1974)

Quell'oscuro oggetto del desiderio (1977)

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