SCHEDE FILM

IL CINEMA RITROVATO

Le Laudi - martedì 23 gennaio 1996

Roma città aperta

Regia

Roberto Rossellini

Nazionalità

Italia

Anno

1945

Interpreti

Vito Annichiarico

Nando Bruno

Aldo Fabrizi

Harry Feist

Giovanna Galletti

Francesco Grandjacquet

Anna Magnani

Maria Michi

Marcello Pagliero

Carla Rovere

Soggetto

Sergio Amidei

Alberto Consiglio

Sceneggiatura

Sergio Amidei

Federico Fellini

Roberto Rossellini

Fotografia

Ubaldo Arata

Musica

Renzo Rossellini

Durata (in minuti)

100

Produzione

Excelsa

Distribuzione

Minerva

La trama

Un classico del neorealismo italiano ambientato nella Roma occupata dai nazisti. Piccoli e grandi atti di eroismo o vigliaccheria nella lotta per la libertà e la sopravvivenza. Narra la storia di una donna del popolo, madre di un bambino, prossima alle nozze con un tipografo antifascista, la quale viene uccisa in un rastrellamento; questo spunto narrativo, che occupa soltanto la prima parte, si intreccia con altre storie parallele, quella del militante comunista e della sua fidanzata, quella del prete che aiuta i peseguitati, quella dell'ufficiale disertore, quella del comandante tedesco, sì da comporre una sorta di affresco, in cui la storia di ognuno si confonde con quella dell'intera città.

Parola di... Roberto Rossellini

Nel 1944, subito dopo la guerra, tutto era distrutto in Italia. Il cinema come ogni altra cosa. Quasi tutti i produttori erano spariti. Qua e là fiorivano alcuni tentativi, ma le ambizioni erano estremamente limitate. Si poteva godere di un'immensa libertà, estremamente limitate. Si poteva godere di un'immensa libertà, qualsiasi progetto andava bene. Fu questo stato di cose a permetterci di intraprendere lavori a carattere sperimentale: ci si accorse ben presto, d'altronde, che i film, malgrado tale carattere, divenivano opere importanti, tanto sul piano culturale che su quello commerciale. À in condizioni simili che cominciai a girare Roma città aperta, di cui avevo scritto la sceneggiatura con alcuni amici al tempo dell'occupazione tedesca. Girai il film con pochissimi soldi raccolti a stento, a piccole dosi; c'era a malapena di che pagare la pellicola, che non potevo nemmeno mandare a sviluppare perché non avrei saputo come pagare il laboratorio. Non vi fu dunque alcuna proiezione di prova prima della fine della lavorazione.

Roma città aperta all'origine era muto, non per scelta ma per necessità. La pellicola costava sessanta lire al metro e avremmo dovuto spendere, per ogni scena, centinaia di lire supplementari se avessimo voluto registrare il sonoro. Quando il film è terminato, abbiamo chiesto agli attori di doppiare se stessi.

Più tardi, avendo trovato ancora un po' di denaro, montai il film e lo presentai a un ristretto pubblico di intenditori, critici, amici. Per quasi tutti fu una delusione.

Al Festival di Cannes del 1946, in mancanza di meglio, Roma città aperta fu presentato da una delegazione italiana che disprezzava profondamente il film; fu dato di pomeriggio e pochi ne scrissero, in quell'occasione. Fu a Parigi, due mesi dopo, che svegliò un entusiasmo che io ormai non speravo più. Il successo fu tale che in Italia la gente di cinema dovette rivedere il suo giudizio su di me, salvo tornare ad insultarmi ancora in seguito. Poco dopo, Burstyn presentava Roma città aperta a New York col trionfo che tutti sanno.

Anna Magnani su "Roma città aperta"

Io della scena della morte non ho fatto prove. Con Rossellini, che è stato quel grande regista che è stato, non si provava: si girava. Lui sapeva che, preparatomi l'ambiente, io poi funzionavo.

Durante l'azione del rastrellamento, quando sono uscita dal portone, all'improvviso ho rivisto le cose... sono ripiombata al tempo in cui per Roma portavano via i giovani. Era popolo-popolo quello che stava addosso contro i muri. I tedeschi erano tedeschi-tedeschi presi da un campo di concentramento.

Di colpo non sono stata più io: ero personaggio, insomma.

Una emozione del genere chi se l'aspettava? Così lavorava Rossellini.

[da L'avventurosa storia del cinema italiano di G.Fofi e F. Faldini Edizioni Feltrinelli]

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