SCHEDE FILM

IL CINEMA RITROVATO

Le Laudi - martedì 26 marzo 1996

Effetto notte

Titolo originale

La nuit americaine

Regia

François Truffaut

Nazionalità

Francia

Anno

1972

Interpreti

Nike Arrighi (Odile)

Jean Pierre Aumont (Alexandre)

Nathalie Baye (Joelle)

Marcel Berbert (Uomo assicurazioni)

Jacqueline Bisset (J. Baker/Pamela)

Jean Champion (Bertrand)

Valentina Cortese (Severine)

Dani (Liliane)

Henry Graham (Uomo assicurazioni)

Gaston Joly (Gaston)

Jean Pierre Leaud (Alphonse)

David Markam (Dottor Nelson)

Bernard Menez (Il trovarobe)

Jean Panisse (Arthur)

Zenaide Rossi (Moglie Gaston)

Maurice Seveno (intervistatore tv)

Alexandra Stewart (Stacey)

François Truffaut (Ferrand)

Christophe Vesque (Ragazzo del sogno)

Soggetto

Jean Louis Richard

Suzane Schiffran

François Truffaut

Sceneggiatura

Jean Louis Richard

Suzanne Schiffman

François Truffaut

Fotografia

Pierre William Glenn

Musica

Georges Delerue

Montaggio

Yann Dedet

Durata (in minuti)

115

Produzione

Marcel Berbert per Les Films du Carrosse, Pecf Paris, Produzione Internazionale Cinematografica

Distribuzione

Dear

La trama

Il regista Ferrand sta realizzando il film «Vi presento Pamela» presso gli studi «La Victorine» di Nizza. Esso narra come la protagonista, giovane inglese appena sposata a un ragazzo altrettanto giovane, giunta sulla Costa Azzurra si innamora del suocero che, dopo la sua fuga con lei, verrà ucciso dal figlio tradito. L'attrice che interpreta la protagonista non ha potuto terminare le riprese del suo precedente film a causa di un esaurimento nervoso e per ciò alla produzione di «Vi presento Pamela» è stata negata la sua assicurazione; la qualcosa provoca inconvenienti finanziari quando la donna è costretta a interrompere le riprese a causa di una ricaduta nel suo male. Ma nel corso della lavorazione nascono difficoltà ancora più gravi: l'attempata Séverine, patetica alcoolizzata, dimentica le battute e costringe a numerose ripetizioni; Alphonse (in «Vi presento Pamela» interpreta il figlio tradito) viene abbandonato dalla fidanzata Liliane che fugge in Inghilterra con un «cascatore»; Alexandre (il suocero) muore mentre va a raggiungere il figlioccio Christian, e la produzione e il regista sono costretti a ridurre il film e a modificarne le ultime scene. Ma data la buona volontà del regista e del produttore delegato Bertrand, appoggiati dagli sforzi dell'équipe artistica e tecnica, il film si conclude. Nel frattempo fra i cineasti è nata una specie di famiglia che però è costretta, con qualche rimpianto, a disciogliersi non appena terminato l'ultimo ciak.

Alberto Barbera su "Effetto notte"

Dell'amore per il cinema, "La nuit americaine" trabocca. Ogni sua inquadratura è un atto d'amore, oltre che una questione di morale; Un omaggio deferente e appassionato, una dichiarazione di riconoscenza e affetto. Da una simile cascata di citazioni, rimandi e allusioni più o meno scoperte, non si può che tentare di estrapolare le più significative: la dedica del film a Lilian e Dorothy Gish, le due grandi attrici del muto; la citazione di un film di Hitchcock, "Stage-fright", ovvero "Paura in palcoscenico" («Do you have stage-fright?» domanda Alphonse a Julie che sta per girare la sua prima scena); quella di "Le chagrin et la pitié", film di Marcel Ophüls (è il soprannome affibbiato dalla troupe al segretario di produzione e alla gelosissima moglie); l'omaggio a "Bus stop" di Joshua Logan (di cui si ripete nel finale una battuta: «Lei ha conosciuto molti uomini, io ho conosciuto poche donne...»); quello a Jean Renoir (Joëlle dice ad un certo punto: «Io sono come il vecchio cuoco de "La règalie du jeu; ammetto le diete, ma non le manie»); quello, ancor più importante, fatto a Orson Welles (nell'inserto ricorrente del sogno di Ferrand, un bambino ruba nella notte e con l'aiuto di un bastone le fotografie di "Citizen Kane", esposte nell'atrio del cinema. Analogamente, si ricorderà, Antoine ne "I quattrocento colpi" si appropriava di una foto della protagonista di "Monica e il deserto", il film di Bergman). Senza dimenticare che quando Alexandre evoca le sue ventiquattro morti sullo schermo, ripete una frase di Humphrey Bogart; e che, quando Pamela racconta della varicella che le ha impedito di andare in vacanza, ricorda il personaggio interpretato dalla stessa Bisset in "Due per la strada", di Stanley Donen. Ancora a proposito di Julie Baker, l'attrice dai nervi fragili che ha sposato il proprio dottore, non è difficile riconoscere l'allusione a Audrey Hepburn, che ha fatto la stessa cosa. Poi, una sfilza di nomi, sempre gli stessi, in fondo: Jean Vigo (a cui è dedicata una strada di Nizza percorsa dalla troupe), Cocteau, il cui nome compare su di un pannello nel camerino di Julie, Fellini (ne parla la Cortese), e infine Buñuel, Bresson, Dreyer, Lubitsch, Hawks, Bergman, Godard: sono i titoli di altrettanti libri che Ferrand estrae da un pacco durante la telefonata al musicista Georges Delerue.

Françoise Truffaut su "Effetto notte"

«Avendo spinto molto lontano queste due esperienza "Le due inglesi" senza alcun umorismo, "Mica scema la ragazza" senza nulla di serio, ho potuto con "Effetto notte" ritrovarmi, "raccogliere" me stesso. É un film di sintesi, sintesi tra "La calda amante", "Baci rubati" e altri miei film ancora. Un incrocio. Come se i personaggi di tutti i miei vechi film si incontrassero... Ci sono parecchie cose iniziate in altri film che terminano qui, io do loro una conclusione.

[da François Truffaut di Alberto Barbera "il castoro cinema" Edizioni La Nuova Italia]

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