SCHEDE FILM

I MAESTRI DEL CINEMA

Sala Esse - giovedì 7 dicembre 1995

Sfida infernale

Titolo originale

My darling Clementine

Regia

John Ford

Nazionalità

Usa

Anno

1946

Interpreti

Ward Bond (Morgan Earp)

Walter Brennan (Old Man Clanton)

Linda Darnell (Chihuahua)

Jane Darwell (Kate Nelson)

Cathy Downs (Clementine Carter)

Henry Fonda (Wyat Earp)

Francis Ford (Dad, vecchio soldato)

Dan Garner (James Earp)

Ben Hall (barbiere)

Tim Holt (Virgil Earp)

John Ireland (Billy Clanton)

Jack (postiglione)

Fred Libby (Phil Clanton)

J. Farrel Mac Donald (Mac, barman)

Mae Marsh

Victor Mature (Doc John Hollyday)

Louis Mercer (Francois)

Allan Mowbray (Granville Thorndyke)

Roy Robert (Mayor)

Mickey Simpson (San Clanton)

Russell Simpson (John Simpson)

Charles Stevens (indiano)

Arthur Walsh (impiegato d'albergo)

Grant Withers (Ike Clanton)

Soggetto

Sam Hellman

dal libro "Wyatt Earp, frontier Marshal" di Stuart N. Lake

Sceneggiatura

S.G. Engel

Winston Miller

Fotografia

Joseph McDonald

Musica

David Buttolph

Cyril Mockridge

Montaggio

Dorothy Spencer

Durata (in minuti)

97

Produzione

Fox

Distribuzione

Fox

Produttore

Samuel G. Engel

Scenografie

Lyle R.Wheeler

Arredatore

Thomas Little, Fred J. Rode

Costumi

Rene Hubert

Aiuto regia

William Eckhardt.

La trama

La storia di Wyatt Earp e dei suoi giorni a Tombstone: l'amicizia con il tubercolotico "doc" Holliday, la famosa sfida all'O. K. Corral. Gli esterni furono girati nella Monumental Valley. Il film e' un rifacimento

(considerevolmente modificato) di "Frontier marshal" (1939) di Allan Dwan. La storia si trova alla base di numerosi film, fra cui, "gunfight at the O. K. Corral" (1957) e"Hour

of the gun" (1966) di John Sturges "doc" di Frank Perry.

Parola di... John Ford

Conoscevo Wyatt Earp. Proprio all'inizio dell'epoca del muto, un paio di volte all'anno, veniva a trovare i suoi amici, cowboy che aveva conosciuto a Tombstone; molti di loro erano nella mia troupe. All'epoca lavoravo come aiuto attrezzista; gli portavo sempre una sedia e una tazza di caffè, e lui mi raccontava della sfida all'O.K. Corral. Così, in "Sfida infernale", ricostruimmo l'episodio esattamente com'era avvenuto. In effetti, i protagonisti non si erano affrontati per la strada; era stata, invece, un'ingegnosa manovra militare.

[da Il cinema secondo John Ford di Peter Bogdanovich Pratiche Editrice]

Henry Fonda su "Sfida infernale"

Il genio di Ford consisteva nel saper scegliere la faccia o l'attore giusto, come Victor Mature. Obiettivamente, Mature non è un attore come possono esserlo Alfred Lunt o Laurence Olivier, ma Ford sapeva benissimo cosa poteva ottenere da lui. É per questo che ridusse quasi a zero le sue battute. Lo riprese e basta, come riprendeva tutti noi. Ford era grande perché sapeva sempre dove piazzare la macchina da presa, e voleva che fosse sempre montata su un treppiede. Il macchinista si metteva la macchina in spalla e Ford gli diceva: "Piantala qui". Era all'antica e odiava i dolly, li faceva solo con grande riluttanza.

Intitolare "My Darling Clementine" un film su Wyatt Earp e sulla sfida all'O.K. Corral? Non mi meraviglierei se fosse tutta farina del sacco di Ford. Ricordo che dopo la guerra si era fatto proiettare un film su Wyatt Earp. Dopo averlo visto disse: "Posso fare di meglio. Girerò la stessa storia e sarà migliore.

É difficile dire se abbia collaborato molto alla sceneggiatura. So che ogni tanto inventava qualche battuta, ma non è facile ricordarsi quali... Una però me la ricordo, è dopo la scena in cui il barbiere mi spruzza addosso il profumo. Siamo a Tombstone, è domenica, io me ne sto sotto il portico a guardare il deserto e arriva Ward Bond che dice: "Senti come odorano i fiori del deserto", e io dico: "Sono io". Questa battuta non c'era nella sceneggiatura. Non ne sapevamo niente fino a un attimo prima di girarla.

Per molti versi Ford era un poeta, un poeta visivo. Aveva usato i migliori direttori della fotografia, Gregg Toland e Arthur Miller, ma poteva prendere un operatore qualsiasi e fargli vincere l'Oscar. Perché Ford era un cineasta nato, un poeta nato.

Lindsay Anderson su "Sfida infernale"

Mai prima d'allora un film mi aveva colpito così a fondo. Così cominciai ad avere un barlume di ciò che in fin dei conti rappresenta l'essenza del cinema: il linguaggio dello stile.

[da John Ford di L. Anderson Edizioni Ubilibri]

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