La grande guerra
Mario Monicelli
Italia
1959
Ferruccio Amendola (Deconcini)
Nicola Arigliano (Giardino)
Giovanni Baghino
Bernard Blier (Capitano Castelli)
Guido Celano (Uff. Stato Maggiore)
Mario Colli
Achille Compagnoni (Il Cappellano)
Carlo D'Angelo (Ardito Ferreri)
Mario Feliciani
Mario Frera
Vittorio Gassman (Giovanni Busacca)
Gerard Herter (Uff. austriaco)
Livio Lorenzon (Sergente Battiferri)
Folco Lulli (Bordin)
Silvana Mangano (Costantina)
Mario Mazza
Geronimo Meynier (il portaordini)
Tiberio Mitri (Mandich)
Tiberio Murgia (Nicotra)
Gianluigi Polidoro
Leandro Punturi
Vittorio Sanipoli (Maggiore Venturi)
Alberto Sordi (Oreste Jacovacci)
Mario Veldemarin (Sottoten. Loquenzi)
Romolo Valli (Tenente Gallina)
Elisa Vazzoller (Moglie di Bordin)
Age
Mario Monicelli
Scarpelli
Luciano Vincenzoni
Age
Mario Monicelli
Scarpelli
Luciano Vincenzoni
Leonida Barboni
Roberto Gherardi
Giuseppe Rotunno
Nino Rota
Adriana Novelli
135
Dino De Laurentis per Laurentis Cinematografica (Roma)
Gray Film (Parigi)
De Laurentis
Il piantone Oreste Jacovacci ha promesso al coscritto Giovanni Busacca di farlo riformare, dietro compenso; ma Giovanni è fatto abile e, ormai in divisa, cerca Oreste per dargli una lezione. Tuttavia, quando si ritrovano, i due diventano amici e finiscono insieme a Tigliano, un piccolo paese nelle retrovie, dove attendono, di giorno in giorno, di essere mandati al fronte. Nel frattempo Giovanni, avendo incontrato Costantine, una ragazza di facili costumi, si concede qualche distrazione, ma alla fine si trova alleggerito del portafoglio. Giunge finalmente il giorno temuto: Giovanni ed Oreste sono mandati al fronte, dove fanno conoscenza di nuovi commilitoni: il tenente ex professore di gin-nastica, il soldatino che spasima per Lyda Borelli, il cappellano Bonoglia. Viene il Natale, festeggiato alla meglio; passa lµinverno, si annuncia la primavera; riprendono più vivaci i combattimenti. Oreste e Giovanni, mentre sono di pattuglia, incontrano un soldato austriaco: potrebbero ucciderlo, ma non si sentono di farlo. E finalmente sµinizia la battaglia: morti e feriti, attacchi e contrattacchi. Oreste e Giovanni sono incaricati di portare un messaggio, ma mentre si dispongono al ritorno si trovano separati dal loro gruppo. Per ripararsi dal freddo indossano dei cappotti di nemici: scoperti dagli austriaci, vengono considerati spie. Potrebbero salvarsi se consentissero a fornire informazioni sulla missione di cui erano incaricati. Dapprima i due esitano e sono quasi disposti a transigere con la coscienza; ma di fronte allµarroganza dellµufficiale che li interroga, Giovanni rifiuta di parlare e viene fucilato. Oreste segue il suo esempio e subisce la stessa sorte. Il loro sacrificio non è inutile: i loro compagni sono allµattacco e la vittoria non è lontana.
Primo film italiano che prende in esame il tabù di Caporetto che solo due anni prima Charles Vidor, con ·Addio alle armiº, aveva contribuito a rafforzare. Monicelli dovette imporre fortemente la propria volontà per far prevalere il finale tragico del film, la morte dei due protagonisti, mentre produzione e distribuzione pretendevano il lieto fine. Il film risultò campione dµincasso, superando abbondantemente il miliardo, tetto accessibile a pochi per quei tempi. Decisivo per questo successo fu la scelta della coppia Gassman-Sordi, attori di grande richiamo sul pubblico. Pur affrontando un tema doloroso come la guerra, il film fa spesso ricorso ai luoghi tipici della commedia di costume ed al macchiettismo, senza tralasciare una buona dose di partecipazione umana, ma soprattutto senza reticenze né inutili compiacimenti. La commedia italiana stava prendendo confidenza col grande cinema e questo doveva necessariamente passare attraverso un diretto contatto con la realtà sociale e un grande lavoro di definizione psicologica dei caratteri. Notevole lµinterpretazione dei due attori nel ruolo di soldati vigliacchi che, coinvolti in avvenimenti più grandi di loro, si trovano costretti ad affrontare la Storia e, inevitabilmente, sono travolti dal suo passaggio.