SCHEDE FILM

Il raggio verde

Titolo originale

Le rayon vert

Regia

Eric Rohmer

Nazionalità

Francia

Anno

1985

Interpreti

Isa Bonnet

Amira Chemakhi

Maria Couto Palos

Eric Hamm

Michel Labourre

Gerard Qvere

Sylvie Richez

Marie Riviere (Delphine)

Soggetto

Eric Rohmer

Sceneggiatura

Eric Rohmer

Fotografia

Sophie Maintigneux

Musica

Jean Louis Valero

Montaggio

Maria Luisa Garcia

Durata (in minuti)

98

Produzione

Le films du Losance

Distribuzione

Academy pictures (1986)

La trama

Delphine, una ragazza parigina, vorrebbe organizzare bene le sue vacanze dopo unµannata di lavoro. Ma è incerta. Il rapporto con il suo compagno, ora lontano, si è spento. Unµamica le offre di andare presso una famiglia di Cherbourg, ma Delphine non si trova a suo agio, il soggiorno si rivela tedioso e lei se ne torna a casa. Tenta allora la montagna ma, irrequieta e scontrosa com'è, si fa prendere dalla malinconia e fa subito le valigie. Una compagna la induce allora ad andarsene a Biarritz, ma Delphine è, e si sente, isolata su quella spiaggia di gente allegra e disinibita. Né a lei può bastare la occasionale compagnia di una allegra bionda svedese, in vacanza anche lei, che le consiglia di prendere il mondo come viene. Sempre ispida e insoddisfatta e proprio mentre, quasi alla fine delle vacanze ormai sciupate, sta per prendere il treno per Parigi, la donna incontra alla stazione uno sconosciuto. E' un giovane, simpatico e discreto, che le sorride e le parla amichevolmente. Delphine risponde e viene sollecitata a passare i due o tre giorni che le restano in un paesino di pescatori a pochi chilometri. Delphine improvvisamente sorride, si apre al dialogo inatteso ed acconsente. Da alcuni anziani villeggianti sente parlare del fenomeno solare del raggio verde, rarissimo e splendido: si racconta che colui che ha la fortuna di vederlo, leggerà anche nel cuore e nei reali sentimenti di chi gli è vicino. Aggrappandosi a quest'ultima possibilità, Delphine, con accanto lo sconosciuto, riesce a cogliere al tramonto il lampo del raggio insolito. E trova finalmente la tranquillità e la gioia cui anelava.

La critica...

Nato quasi come un intermezzo, come un film di vacanza, "Il raggio verde" è stato girato con mezzi molto poveri e con un'équipe molto giovane. Il film è il quinto della serie "Commedie e proverbi" (il proverbio in questo caso sono i versi di Rimbaud "venga il tempo/in cui i cuori s'innamorano"), ma Rohmer stesso non dà a questa serialità particolare importanza è, più che altro, un'occasione. Il regista non parte da un testo scritto, non c'è sceneggiatura, ma solo un'idea: un film sulle vacanze che abbia qualche legame con il racconto "Il raggio verde" di Jules Verne. Viene lasciato molto spazio all'improvvisazione degli attori; Marie Rivière, la protagonista, collabora alla costruzione della storia. Molti attori hanno mantenuto i loro veri nomi nel film, come a sottolineare la tesi sostenuta da Rohmer secondo cui la grande capacità del cinema è quella di restituire la realtà così com'è, in questo caso vuole girare un film come un reportage. Ed il regista usa infatti uno stile estremamente realista. Fa sempre molta attenzione alla restituzione dei luoghi così come sono. In questo film lascia parlare i suoi personaggi: mette la macchina da presa di fronte a loro e li lascia agire. Il film è girato con il sonoro in presa diretta, in modo da conservare i rumori di fondo, il traffico, i rumori della spiaggia, le voci che si coprono fra loro. Pone grande attenzione all'esattezza dello scorrere del tempo indicando sempre la data e, più volte anche l'ora degli avvenimenti.

Sembra un film sulla solitudine. Più in profondità è un film che parla di fedeltà, della fedeltà di Delphine all'idea di un amore diverso e più vero rispetto a quello che le propongono le sue amiche, dall'amica di Parigi che le propone di cercare un giovane ·bello e sporco, fino alla svedese disinibita che vuole insegnarle a giocare con gli uomini. ·Meglio vivere sognando un ideale che adattarsi a una mediocre realtà, dice Delphine. E la sua fedeltà viene premiata.

È un film disseminato di indizi che conducono la protagonista, poco a poco, all'incontro finale. Dal verde come colore della sua fortuna, al "raggio verde" di cui parla Verne nel suo racconto: "questo raggio fa sì che chi l'ha visto non si possa più ingannare nelle cose di sentimento; la sua apparizione distrugge l'illusione e le menzogne; chi ha avuto la fortuna di vederlo una volta, vede chiaro nel suo cuore e in quello degli altri".

Le fissazioni, le piccole credenze di Delphine sono soprattutto opposizione alla piattezza dell'edonismo vacanziero imperante intorno a lei.

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