CANNES '96

IL TRIONFO DELL'EUROPA

Il cinema italiano era presente a Cannes con ben quattro titoli. Due ormai collaudati come il film di Bertolucci ·Io ballo da sola e ·La seconda volta di Calopresti (prodotto e interpretato da Nanni Moretti, uno dei nostri artisti più amati da Cannes e dai francesi) entrambi da mesi in programmazione nelle nostre sale; due i titoli inediti ·Le affinità elettive di Paolo e Vittorio Taviani e ·Compagna di viaggio di Peter Del Monte. Come osservazione generale possiamo aggiungere che dal festival sono state assenti le major, dato questµultimo che conferma la tendenza dello scorso anno quando già si era rilevato un calo nella presenza delle grandi star hollywoodiane; fatta eccezione per alcuni titoli legati a nomi di grande fama, gran parte del festival questµanno si è diviso fra molti indipendenti. Un cinema di qualità, dµautore, potremmo azzardare. DallµAmerica il ritorno di Cimino con ·Sunchaser, dei fratelli Coen con ·Fargo, il provocatorio e audace Cronenberg con ·Crash, Altman con ·Kansas City. DallµInghilterra Mike Leigh con ·Secrets and Lies e Lars Von Trier che ha girato tra le nebbie scozzesi il suo audace ·Breaking the Waves. Presente anche Spike Lee con ·Girl 6 e Al Pacino con ·Looking for Richard. La giuria presieduta dall'americano Francis Ford Coppola, da molti giudicata nella sua composizione spudoratamente filoamericana, ha sostanzialmente dimostrato di saper mettere da parte interessi di bandiera per fare spazio al buon senso. E questa edizione del festival tutta protesa nel cercare il significato della propria rigogliosa esistenza in Europa, nell'assegnare gli ambiti palmares non ha tradito l'intento di far trionfare il proprio cinema. A Cannes ha vinto il cinema del vecchio continente, ma nessun premio è andato al cinema italiano né a quello francese. Palma d'oro e premio miglior attrice assegnati allo stesso film, ·Secrets ad Lies di Mike Leigh con Brenda Blethyn, inglese, cui si è inoltre aggiunto il premio della critica internazionale; Gran Premio della Giuria a ·Breaking the Waves di Lars Von Trier; Gran Premio Speciale della Giuria a ·Crash di David Cronenberg. Premio miglior sceneggiatura a ·Un héros très discret di Jaques Audiard; Premio alla regia a ·Fargo di Joel Coen; Premio per la miglior interpretazione maschile alla coppia Daniel Auteuil e Pascal Duquenne per ·Le huitième jour. Una giuria e un festival sensibili ai ·buoni contenuti ma anche aperti al nuovo cinema e che, con inconsapevole ma significativa schizofrenia, ha assegnato anche un premio speciale, quello della Giuria appunto, che può anche non essere attribuito, al visionario e geniale prodotto del canadese Cronenberg. È l'assegnazione di un premio a ·Crash che getta lo sguardo in avanti e, come ha sottolineato lo stesso Coppola nel leggere le motivazione dell'assegnazione dei premi, ci mostra la volontà di premiare, in mezzo ad una produzione d'indiscusso pregio ma anche pericolosamente tesa all'omogeneità, l'elemento nuovo, lo spirito innovativo di Cronenberg.

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