SCHEDE FILM

L'eclisse

Titolo originale

L'eclisse

Regia

Michelangelo Antonioni

Nazionalità

Italia/Francia

Anno

1961

Interpreti

Lilla Brignone (madre di Vittoria)

Alain Delon (Piero)

Cyrus Elias

Francisco Rabal (Riccardo)

Mirella Ricciardi

Rossana Rory

Louis Seigner

Monica Vitti (Vittoria)

Soggetto

Michelangelo Antonioni

Tonino Gurerra

Sceneggiatura

Michelangelo Antonioni

Elio Bartolini

Tonino Guerra

Ottiero Ottieri

Fotografia

Gianni Di Venanzo

Musica

Giovanni Fusco

Montaggio

Eraldo Da Roma

Durata (in minuti)

125

Co Produzione

ICronaca di un amore

Distribuzione

Cineriz

La trama

Poco dopo la rottura di una relazione amorosa, Vittoria si lega ad un giovane procuratore di borsa, Piero. Gli appuntamenti tra i due si succedono, fornendo alla ragazza fugaci evasioni dalla noia di una vita monotona. Allorché un ubriaco ruba l'auto di Piero e quindi muore accidentalmente, Vittoria ha modo di constatare il cinico comportamento del giovane procuratore, che si preoccupa soltanto della carrozzeria danneggiata. Dopo uno dei loro soliti incontri, Vittoria riceve da Piero l'invito per un ulteriore appuntamento, al quale nessuno dei due si recherà perchè in essi, e soprattutto in Vittoria, si va affermando un'amara certezza: quella della invincibile solitudine degli uomini.

La critica...

Premio speciale della Giuria al XV Festival di Cannes, "L'"eclisse" porta alla estreme conseguenze la ricerca dellµautore sul progressivo annullamento dei sentimenti.

Il 1962, evidentemente, non è più il 1959.

La città non è più lµisola del "L'avventura": l'astrattismo dell'ambientazione è tanto più impressionante in quanto legato a scenari urbani ben conosciuti e, altrove, rassicuranti.

Alla ricerca di geometrie architettoniche e umane tali da confortare la sua ricerca, Antonioni sceglie il palazzo della Borsa come uno dei massimi luoghi di alienazione dell'uomo moderno. La metafora è scoperta: il denaro e gli affari hanno preso il posto del cuore. Alla base de "L'eclisse" c'è una geniale intuizione: pensare, cioè, che durante un'eclisse di sole si possano fermare anche i sentimenti. Naturalmente ciò rappresenta un terreno molto fertile per un simile "esperimento": le ricerche passate sembrano approdare all'inevitabile conclusione che non soltanto i sentimenti, ma le coscienze stesse non hanno più diritto di cittadinanza nel mondo di oggi. Così, assumendo connotati quasi apocalittici, l'eclisse si trasforma nel presagio di una catastrofe individuale prima che collettiva.Il passo verso l'ultimo stadio non potrà che essere breve. Forse per questo Antonioni, ritenendo di aver concluso il suo rigoroso "viaggio in Italia" con la scoperta del colore in "Deserto rosso", si dedicherà a ricerche analoghe su orizzonti più vasti: dalla Londra di "Blow-up" agli Stati Uniti di "Zabriskie Point" all'Africa di "Professione reporter". Scoprirà, naturalmente, che il deserto umano è dovunque.

Parola di... Michelangelo Antonioni

« 1962. A Firenze per vedere e girare l'eclisse di sole. Gelo improvviso. Silenzio diverso da tutti gli altri silenzi. Luce terrea, diversa da tutte le altre luci. E poi buio, immobilità totale. Tutto quello che riesco a pensare è che durante l'eclisse probabilmente si fermeranno anche i sentimenti. È un'idea che ha vagamente a che fare con il film che stavo preparando, una sensazione più che un'idea, ma che definisce già il film quando ancora il film è ben lontano dall'essere definito (...). Avrei dovuto mettere nei titoli di testa di "L'eclisse" questi due versi di Dylan Thomas:"... qualche certezza deve pure esistere, se non di amare bene, almeno di non amare" (...). Avrei voluto girare due versioni di "L'eclisse", un film visto dalla parte di lei e l'altro dalla parte del giovane operatore di borsa. Avevo fatto una proposta ai produttori di farne due proprio per la questione del denaro: chi vive in borsa guarda la vita attraverso il biglietto di banca, di conseguenza anche i sentimenti vengono in gran parte filtrati attraverso la ragnatela che il denaro crea intorno alla mente di chi se ne occupa e che non vede altro tutto il santo giorno. Avrei voluto raccontare la stessa storia vista da lui. Ma i produttori hanno preferito fare un solo film».

Da non dimenticare

La sequenza dell'eclisse, che trasfigura la realtà trasformandola in un universo parallelo e, benché familiare, quasi mostruoso.

[Francesco Mininni]

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